Current Mood: hype bc of digimon
Listening to: LEVI LEVI - Mc Petra & Hani-G
Kizumonogatari - 002
“Credi nei vampiri, Araragi-kun?”
"............"
Stavo pensando, Di che
diavolo sta parlando?
E il momento successivo capii.
Ma certo, si sentiva ancora in imbarazzo per il fatto che le
avevo visto le mutandine, nonostante l’atmosfera pacifica.
Era abbastanza ovvio.
Io non ero certamente famoso, tuttavia Hanekawa sapeva delle
cose su di me—aveva persino cercato di fare un’analisi delle mie relazioni
sociali (cioè che non avevo amici).
Sicuramente non deve aver sentito pettegolezzi confortanti.
In quel caso, avermi permesso di osservare il suo intimo in
maniera così accurata, tenendo presente che lei è una studentessa modello…no,
non sarebbe strano chiamarlo un errore l’avermi lasciato vederlo per caso.
Ed è questo il motivo per cui mi aveva raggiunto per
seguirmi, suppongo.
Quindi, il suo piano è quello di lasciarmi impresso nella
memoria non il fatto che dopo aver visto le sue mutandine, ci siamo separati subito
rapidamente, ma piuttosto che mi ha raggiunto e che abbiamo parlato.
Hmph.
Sei ingenua, studentessa modello.
I miei ricordi di quello
non svaniranno, anche se tiri in ballo un argomento strano come quello dei
vampiri.
“Vampiri? Perché?”
Beh, siccome si sarebbe sentita soddisfatta, decisi di
parlare dell’argomento che voleva lei. Non era un grande sforzo da parte mia, considerato che mi aveva
mostrato le mutandine.
“Beh, di recente, ho sentito dei pettegolezzi. Ad esempio,
che c’è un vampiro in città, e che quindi è meglio non andare in giro da soli
di notte.”
“È abbastanza vago…e per di più, è un pettegolezzo davvero
poco credibile.”
Le diedi la mia onesta opinione a riguardo.
“Perché un vampiro dovrebbe venire in una città di periferia
come questa?”
“Non lo so.”
“Un vampiro è un demone straniero, no?”
“Penso che tu abbia colto un significato errato chiamandolo
‘demone’.”
“Se si parla di un vampiro vero, non credo che il problema
possa essere risolto andando in giro con dieci persone, giusto?”
“Beh, è ovvio!”
Ahaha, Hanekawa rise.
Che modo spensierato di ridere.
….la mia immagine di lei era leggermente diversa.
Mi ha messo abbastanza a disagio per un po’.
Siccome è una studentessa modello e una rappresentante di
classe fino al midollo, mi aspettavo che avesse una personalità più raffinata.
Invece è amichevole, il che è strano.
“Ma, sai, ci sono un sacco di testimoni oculari.”
“Testimoni? Interessante. Magari sono stati comprati da
denaro e cose del genere, e quindi?”
“Beh, non c’entra niente il denaro e altre cose così.”
Hanekawa disse che era un pettegolezzo diffuso tra le
ragazze.
“Non si tratta solo delle ragazze a scuola— tutte le ragazze
che percorrono questa strada parlano molto di questa cosa. Sebbene dovrei
sottolineare che è stato diffuso solo da ragazze.”
“Un pettegolezzo tra le ragazze…mi sembra di aver già
sentito una storia simile prima d’ora.”
Comunque, un vampiro?
Questa diceria dura da parecchio tempo, no?
“Dicono che sia una donna bellissima, con i capelli
biondi—una donna con occhi che ti gelano la spina dorsale.”
“Sono dettagli decisamente concreti. Ma non si può essere
sicuri che sia un vampiro solo da questo, no? Magari è una persona normale,
solo che avendo i capelli biondi viene notata di più?”
Dopotutto, eravamo nei sobborghi di una città di periferia.
Agli estremi della città.
Non riuscireste a incontrare nessuno che non abbia capelli
castani.
“Ma…”
Hanekawa continuò.
“Ho sentito che i suoi lunghi—capelli biondi riflettono le
luci dei lampioni.”
“Capisco…”
Un vampiro.
Se ascoltate attentamente, avrete la sensazione di essere
entrati in un mondo antico, ma nemmeno io so i dettagli dietro tutto ciò.
Comunque, se pensate a loro, c’è solo una cosa che tutti sanno—e cioè che non
possono avere un’ombra.
Perché sono deboli contro il sole.
Comunque, era notte.
Si può giudicare male qualcuno solo perché un lampione gli
lampeggia sopra—piuttosto, non suona come una bugia, usare come ambientazione
un lampione in strada?
Suonava fin troppo come una bugia, sembrava troppo semplice.
“Beh, come vuoi.”
Sebbene avessi detto una cosa così poco raffinata, non era
per offendere Hanekawa, davvero, ma piuttosto era il mio modo per esprimere il
mio accordo con lei.
Ero bravo a parlare, tanto quanto lo ero ad ascoltare.
“Già, sembra un pettegolezzo davvero stupido. Ma è grazie a
quello che sempre meno ragazze vanno in giro da sole di notte, quindi suppongo
che sia per il bene dell’ordine pubblico.”
“Beh, sì, potrebbe anche essere così.”
“Ma, sai,”
Hanekawa abbassò leggermente il tono della voce.
“Se ci fosse un vampiro, mi piacerebbe incontrarlo.”
“…perché?”
E dai.
La mia premonizione potrebbe essere sbagliata.
Certamente, sta usando una conversazione talmente stupida
per rimuovere dalla mia memoria le sue mutandine—eppure il modo di parlare di
Hanekawa sembra fin troppo onesto.
Oltretutto, pensandoci bene, dire ad un ragazzo come me,
vestito ancora con l’uniforme della scuola, che si trattava di ‘un pettegolezzo
tra sole ragazze’ era piuttosto strano.
“Moriresti se bevesse il tuo sangue, sai?”
“Beh, non voglio morire. Vediamo, forse non lo voglio
davvero incontrare. Ma suppongo che sarebbe bello se—un’esistenza talmente
superiore alla razza umana fosse qui in giro.”
“Superiore alla razza umana, come una divinità?”
“Non deve trattarsi per forza di una divinità.”
Hanekawa rimase in silenzio per un po’, come se cercasse di
trovare le parole adatte. E poi finalmente,
"In quel caso, niente sarebbe più lo stesso,
giusto?", disse.
E poi, improvvisamente,
il semaforo diventò verde.
Ma né io, né Hanekawa ci muovemmo.
Eravamo piantati lì.
Non riuscivo a capire se quello che Hanekawa stava dicendo
fosse una sciocchezza, o se era davvero ciò che voleva dire—sembrava che le due
cose fossero interconnesse.
“Oddio, mi dispiace!”
Mi rivolse un’occhiata dicendolo in fretta, mentre io
pensavo profondamente.
“Araragi-kun, è davvero facile parlare con te. Nonostante
suoni come un lapsus linguae, sono sicura di averti detto qualcosa di un po’
strano.”
“Ah…no,
è ok. Non è nulla.”
“È
davvero strano il fatto che sia così facile parlare con te, eppure tu non abbia
amici. Perché non stringi amicizia?”, mi chiese lei direttamente.
Probabilmente
non aveva cattive intenzioni.
Non
è che non faccio amicizia, piuttosto è che non ho amici, ma persino io esitai a
rispondere in quel modo.
Ed è
per questo…che per il momento risposi così.
“È
perché non sono bravo a fare amicizia.”
“…eh?”
Hanekawa
mi guardò stranita.
“Mi
dispiace, ma credo di non capire.”
“Beh…vedi,
è più o meno così.”
Oh
cavolo.
Non
andrà a finire bene.
“Ecco,
se avessi degli amici, dovrei preoccuparmi di loro, giusto? Se i miei amici
venissero feriti, lo stesso succederebbe a me, e se loro fossero tristi, allora
anche io lo sarei. Mettendola in questo modo, questi punti deboli si moltiplicano. E tutto ciò indebolirebbe un
essere umano.”
“…Ma
se loro si divertono, allora ti divertiresti anche te, e se loro fossero
felici, lo saresti anche tu, quindi come la mettiamo? I punti deboli si
moltiplicano, ma anche quelli positivi, no?”
“Beh…”
Scossi
la testa.
“Sono
invidioso quando vedo degli amici divertirsi e sono geloso quando degli amici
sono felici.”
“…Gli
esseri umani sono semplici.”, disse Hanekawa fermamente.
Dammi
tregua.
“Anche
se fosse come la metti te, allora la somma sarebbe zero, no? Non importa se hai
amici oppure no. In realtà, ci sono moltissime cose negative a questo
mondo…quindi alla fine il risultato non sarebbe comunque negativo?”
“Non
dire qualcosa di così sofisticato.”
Volevo
rifiutare il fatto che lei dicesse che ero un tipo col quale era facile
parlare.
Hanekawa
l’aveva messa in quel modo.
Credo
che spendemmo fin troppo tempo su quell’argomento—beh, chi se ne importa.
Non
si poteva comunque sciogliere quell’incomprensione velocemente.
“Vedi,
vorrei essere un vegetale, tipo dell’insalata.”
“Un
vegetale?”
“Non
dovrei parlare, né camminare.”
“Mmh…”
Per
ora, Hanekawa annuii.
“Ma
è comunque voler essere una cosa vivente, no?”
“Mmh…”
“Normalmente,
dovresti dire che vorresti essere qualcosa di inorganico, come una pietra o un
metallo.”
Sorprendentemente,
sembrava che avesse scoperto qualcosa su di me.
All’inizio
io avevo intenzione di dire di voler essere della verdura, ma chi avrebbe mai
pensato che sarei stato respinto nello spostare l’argomento verso quella
direzione?
Mmh.
Capisco—inorganico,
eh?
Certo,
le verdure sono cose viventi.
“Adesso
vado in biblioteca.”
“Mmh?”
“Mi
sento come se dovessi andare là ora, ed è tutto merito tuo, Araragi-kun.”
“…”
Come
diavolo funzionano le sue sinapsi del pensiero, esattamente?
Beh,
comunque aveva detto che stava andando a casa, o qualcosa del genere—quindi
probabilmente non aveva dei piani precisi su cosa fare. Aveva semplicemente del
tempo libero, proprio come me, quindi aveva intenzione di farlo passare girando
nei dintorni della scuola o andando il biblioteca?
Questo
potrebbe essere il muro tra noi reietti e gli studenti onorari come lei.
“Domani
la biblioteca sarà chiusa siccome è Domenica, quindi devo andarci oggi.”
“Mmh.”
“Vuoi
venire anche te, Araragi-kun?”
“Perché?”
Sorrisi
amaramente.
Una biblioteca.
Non
sapevo che ci fosse una cosa del genere nella nostra città.
“Cos’hai
intenzione di fare una volta arrivata là?”
“Beh,
studiare, no?”
“Beh,
se lo dici tu…”
Questa
volta sono io quello a esitare.
“Sfortunatamente,
io non sono meritevole di essere premiato per qualcosa come lo studiare da soli
quando non ci sono compiti da svolgere durante la pausa primaverile.”
“Ma
il prossimo anno avremo gli esami, no?”
“Esami,
quello che vuoi… ho paura di essere promosso. È un po’ troppo tardi pensarci
adesso, comunque. Dovrei almeno cercare di non arrivare in classe in ritardo
l’anno prossimo.”
“…Mmh.”
Hanekawa—mormorò,
in una maniera piuttosto annoiata.
Come
se non volesse davvero che andassi con lei in biblioteca.
Ma
Hanekawa non aggiunse altro.
Ci
pensai su.
Per
qualcuno come lei che non ha una personalità troppo raffinata, è piuttosto
difficile da comprendere.
Il
semaforo continuava a cambiare colore, dal verde al rosso.
Ora
era verde.
Probabilmente
era meglio dividerci nel momento in cui sarebbe diventato verde di nuovo,
credo—almeno dovrebbe essere un tempismo quasi perfetto.
Anche
Hanekawa la doveva star pensando in quel modo.
Non
è una persona che non riesce a leggere tra le righe.
“Araragi-kun,
hai un cellulare?”
“Ehm,
un cellulare, certo.”
“Posso
prenderlo in prestito un attimo?”
Dicendo
così, protese la mano verso di me.
Non
ero sicuro di cosa stesse cercando di fare, ma per ora feci come mi diceva,
estrassi il mio telefono dalla borsa e lo porsi ad Hanekawa.
“Oh?
È un nuovo modello.”
“Hanno
cambiato il tipo di sistema di recente. È fin troppo per me, comunque; sono passati
solo due anni e se ne sono usciti con un nuovo modello e adesso stanno già
mettendo sul mercato tutto queste nuove app.”
“Non
dire cose del genere che sei ancora giovane. Se continui così, quando invecchierai
sarai escluso dalla nostra civiltà. Se non sei capace di usare gli oggetti
digitali, non troverai mai soddisfazione nella vita di tutti i giorni.”
“Non
ci posso fare nulla se andrà a finire così. Andrò a nascondermi tra le
montagne. Poi, quando la civiltà andrà in rovina, ritornerò in questa città.”
“Quanto
hai intenzione di vivere, scusa?”, chiese Hanekawa scioccata, chiedendosi se
fossi immortale.
Nel
momento in cui disse ciò, iniziò a smanettare col mio cellulare.
Una
rappresentante di classe fino al midollo, praticamente l’essenza stessa dello
studente onorario e, come ci si aspetterebbe da una studentessa, le sue dita
erano ridicolmente veloci nel premere i tasti.
Non
sono particolarmente preoccupato del fatto che lei veda le mie informazioni personali…ma
insomma, non ficcare il naso nel telefono di una persona, okay?
O
forse aveva dei dubbi, magari si stava chiedendo se non avessi per caso fatto
una foto alla sua gonna con il cellulare.
Allora
forse voleva controllare il mio telefono in lungo e in largo.
Vorrei
spazzare via dei sospetti così disonorevoli.
In
realtà, le ragazze si preoccupano sempre di un sacco di cose, che seccatura,
vero? Se lei fosse stata un ragazzo e la zip dei suoi pantaloni fosse stata
lasciata aperta, immagino che l’avremmo potuta chiamare un Sexy Commando.
…avrebbe
un qualche senso?
“Tieni.
Grazie.”
Hanekawa
mi ridiede immediatamente il cellulare.
“Non
ho quel genere di foto, okay?”
Detto
ciò, Hanekawa, piegò la testa di lato.
“Eh?
Foto?”
Eh?
Quindi
stava guardando qualcos’altro?
Che
diavolo stava facendo?
Mi
stavo chiedendo se quel suo fare dubbioso non fosse stato tramandato in
famiglia, mentre Hanekawa indicava il mio cellulare nella mia mano, dato che
non l’avevo ancora rimesso nella borsa.
“Ho
salvato il mio numero e la mia e-mail, lì.”
“Cosa?”
“Accidenti.
Mi sa che ti sei fatto un amico!”
E
quindi…
Prima
che potessi dire qualcosa, Hanekawa attraversò la strada—il semaforo era
tornato verde senza che me ne accorgessi.
Avevo
pianificato di dividerci in quel modo, ma sembra che l’iniziativa l’avesse
presa lei alla fine—eh? Non stava mica andando in biblioteca? No, aveva deciso di
andare in biblioteca mentre parlava con me—immagino che non sarebbe stato strano
se avesse già cambiato idea.
Hanekawa
mi salutò con la ma dall’altro lato della strada, come per dire “Ci vediamo!”
Risposi
di riflesso.
Una
volta che si accertò che la stessi salutando di rimando (probabilmente come un
idiota), Hanekawa girò sui tacchi, fece un cenno ai cancelli della scuola e si
avviò camminando in un modo piuttosto divertente—nel momento in cui svoltò
l’angolo, non la vidi più.
Per
esserne sicuro, controllai il telefono.
Era
proprio come aveva detto.
“Hanekawa
Tsubasa” era registrato nella rubrica.
Il
suo numero di telefono e la sua e-mail.
Non
avevo mai usato la rubrica. Io mi ricordo tutti i numeri di cui ho bisogno a
memoria—detto questo, la mia memoria non è un granché. Il meglio che riesco a
fare è ricordare il numero di casa mia e quelli del cellulare dei miei genitori,
quindi non è qualcosa di cui andare fieri. Ricordare quei numeri era
sufficiente per fare e ricevere telefonare.
E
poi, avevo davvero pochi amici.
Ecco
perché.
Quel
“Hanekawa Tsubasa” sarebbe stato il primo nome mai registrano nella mia
rubrica.
“Ma
che cavolo ha…?”
Il
modo in cui si comporta—è oltre ogni mia comprensione.
Amici?
Amici,
eh?
Posso
davvero chiamarla così?
Inoltre,
cosa direste di una ragazza di quell’età, che parla per la prima volta con un
individuo di sesso maschile come me che al massimo conosce il suo nome e gli dà
il suo numero di telefono così facilmente—ma forse, a dir la verità, sono io
che sono rimasto indietro in questo genere di cose?
Non
capisco.
Comunque—al
di là del non capirla, c’era una cosa che avevo assimilato.
Hanekawa
Tsubasa.
Una
studentessa onoraria—una rappresentante di classe modello.
Lontana
dall’avere una personalità raffinata—
“…è
piuttosto grandiosa, eh?”
Una
rappresentante di classe modello.
Hanekawa
Tsubasa.
Aver
avuto l’opportunità di passar vicino a una ragazza come lei appena dopo la
cerimonia di chiusura, proprio poco dopo—sebbene dovessi ancora rendermi conto
che le vacanze di primavera erano iniziate, che comunque, non è il punto focale
di tutto ciò.
Forse era una specie di avvertimento.
Ma a quel tempo non l'avevo capito.
{003}
Hanekawa e Araragi - Official Anime Art |
Ottimo. Grazie mille.
RispondiEliminaPrego. :)
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