lunedì 29 luglio 2013

[Novel] NO. 6 Sidestory - Days in the West Block



Titolo: No.6 - Sidestory
Autore: Asano Atsuko
Tipologia: Novel - Capitolo speciale
Capitoli: 2
Genere: Azione, Mistero, Sci-Fi.
Rating: R-17 (violenza e blasfemia)

Current Mood: yaaaay
Listening to: Immer Sie - DMMd OST

Saaalve!
Stasera, oltre ogni mia aspettativa, vi porto il primo capitolo delle side stories, pubblicato a posteriori, quando ormai la novel era conclusa, sull'edizione speciale del quarto volume del manga.
Mi sembra scontato dirlo, ma per apprezzare questo breve scorcio della vita nel West Block, è necessario aver letto la novel o, in alternativa, aver guardato l'anime. ((leggete qui)).
Ma tranquilli, non vi annoierò con ulteriori chiacchiere, a voi il capitolo!




Inukashi - Official Art


SIDESTORY
Giorni nel West Block

Non c’era una sola nuvola nel cielo quel giorno nel West Block, era chiaro e limpido. Era senza dubbio un cielo celeste.
Ma ovviamente, siccome il West Block si trovava all’ombra di No.6, le ore di luce erano sempre corte, non importava quanto sole ci fosse. In inverno, si notava ancora di più.
Shion guardò su verso il cielo e si stirò. La schiuma sulle sue mani si era trasformata in piccole bolle che fluttuarono in alto nell’aria.
Riflessero la luce e riverberarono delle tinte dell’arcobaleno.
“È una giornata così bella, oggi.”
Il blu del cielo e la luce delle bolle di sapone gli colpirono gli occhi.
“Ehi, Shion. Datti una mossa.” Inukashi alzò lo sguardo dal secchio in cui stava facendo la schiuma di sapone per guardare storto Shion.
“Prenditela con calma e senza che tu te ne accorga il sole starà già tramontando. Dobbiamo finire di lavare i cani per questo pomeriggio. Perché se non saranno puliti entro allora, dovremo accendere un fuoco apposta per asciugarli. Sarebbe solamente uno spreco di legna.”
“Oh, giusto. Sì. Mi dispiace.”
“Beh…non c’è bisogno che ti scusi, niente del genere.” Inukashi tirò su col naso. “Sei troppo meticoloso. Devi solo dar loro una lavata veloce, risciacquarli rapidamente e basta, fatto. I miei cani non sono principessine.”
“Ma se non li risciacqui bene, prenderanno delle infezioni alla pelle.”
“Delle infezioni? Dici sul serio?”
“Sì. Ho iniziato a leggere più libri riguardanti gli animali da quando ho iniziato a lavorare qui. Nezumi ha libri di ogni tipo a casa sua.”
Inukashi corrugò il naso. Si sventolò la mano davanti alla faccia, come per scacciare via un cattivo odore.
“Fammi un favore e non nominare il suo nome in mia presenza, ok? Mi fa venir da vomitare. Se proprio devi leggere qualcosa, almeno leggi un libro tipo ‘Come Sterminare Ratti Schifosi’1.”
Shion non poté far altro che sorridere sarcastico.
“Ricordo di aver visto un libro sull’eliminazione di topi normali.”
“Ha, i metodi normali non funzionano su uno come lui. Ma basta chiacchiere. Dovevi proprio nominare la persona più odiosa e ripugnante sulla faccia della terra in una giornata così bella?”
“Odi così tanto Nezumi?”
“Certo che sì, cavolo.” Inukashi allargò le braccia più che poté. “Anche se qualcuno mi desse mille monete d’oro per farmelo piacere, non ci riuscirei. Se fosse possibile, preferirei evitare di entrare in contatto con lui per il resto della mia vita.”
“Inukashi, credo che tu sia un po’ troppo crudele.”
“Ha, crudele? Starai scherzando. Non ho detto nemmeno la metà di quello che vorrei dire. Quel vecchiaccio è un bugiardo, ma se confrontato con Nezumi, è innocente e innocuo come un neonato. Shion, lasciati dire una cosa: non c’è nessuno più pericoloso, sgradevole, e odioso di Nezumi.”
Shion si fermò a mezz’aria mentre lavava un cane dal pelo maculato marrone.
È più pericoloso, fastidioso, forte e affascinante di chiunque altro al mondo. Quello è Nezumi.

Si accorse che Inukashi lo stava guardando. Si sentì come se Inukashi avesse letto esattamente i suoi pensieri e così gli si imporporarono le guance. Shion guardò in basso per nascondere il suo viso arrossato e grattò il cane pezzato sulla schiena. Il cane sembrò gradire, perché socchiuse gli occhi e cacciò fuori un debole ringhio di piacere.
“E?” insistette Inukashi.
“Mmh?”
“Quell’infezione alla pelle di cui parlavi prima. Quindi non va bene se non li risciacquo per bene?”
“Oh—sì, proprio così. Quando rimane del sapone residuo sulla pelle, questo può causare delle eruzioni cutanee e il pelo potrebbe anche cadere. Bisogna lavare via bene il sapone.”
“Seriamente? Non posso permettere che ai miei cani vengano delle infezioni cutanee, cavoli. In quel caso non potrei nemmeno farli lavorare all’hotel. Shion,”, disse svelto, “risciacquali bene. Lava via tutto il sapone. Presta particolare attenzione a quelli dal pelo lungo.”
“D’accordo, ma non credo che riuscirò a pulire tutti i cani entro il tramonto. Quelli che resteranno li finisco domani?”
“Domani, eh?” Inukashi guardò il cielo e socchiuse gli occhi per i raggi che illuminavano tutt’intorno a lui.
“Shion, vuoi sapere qualcos’altro, già che ci sono? Nessuno fa promesse riguardo al “domani” qui nel West Block. Non importa quanto quella persona sia importante per te, o altro. Non esiste una cosa come il “domani”, qui. Certo, oggi può essere il giorno più soleggiato, caldo e bello di sempre. Ma nessuno sa se sarà così anche domani. In realtà, il tempo di solito cambia per il peggio dopo giornate come questa. Si alza un vento gelido e si iniziano a vedere le prime folate di neve. Poi il terreno si gela e lo stesso fanno i tuoi piedi, l’acqua del ruscello e tutto il resto intorno a te. Ragazzini affamati e vecchi iniziano a morire. La stessa cosa anche per giovani ragazzi ben messi. Non sono immuni alla morte. Diciamo, per esempio… che un giorno un ragazzo stia camminando per la strada, con un sacchetto di pane ottenuto dopo una lunga giornata di lavoro. Potrebbe essere attaccato alle spalle da un gruppo di teppistelli che vogliono rubargli il cibo, finendo col cranio aperto in due, e andrebbe dritto dritto in paradiso. Queste cose non sono per nulla rare. Oh già, è successo anche a te una volta, vero? Dei marmocchi affamati ti hanno aggredito e ti hanno fregato il pane al mercato?”
“Ah—sì, mi è già successo.”
“Conoscendoti, non avrai nemmeno opposto troppa resistenza quando hanno cercato di rubarti il cibo. Questo perché non sai quale valore abbia anche solo una fetta di pane da queste parti. Uno dei miei cani mi ha detto che hai praticamente dato loro il pane e la carne. Ne è rimasto un po’ deluso.”
“Il tuo cane stava guardando?”
“Ci puoi scommettere. Vendo informazioni, io, è il mio campo. I miei cani sono dappertutto nel West Block, fiutando qualsiasi cosa. Le tue buffonate da svampito non hanno molto valore in termini di informazioni, comunque, giusto per fartelo sapere.”
“L’avevo intuito.”
Inukashi alzò le spalle e sospirò, impaziente.
“Beh, ti sei lasciato fregare il pane perché eri fin troppo rilassato—o meglio, con la testa fra le nuvole. È imbarazzante, ma diciamo che puoi chiamarla anche fortuna. Se tu avessi opposto resistenza, loro avrebbero solo insistito di più. Chi lo sa, nella peggiore delle situazioni, avresti potuto essere colpito da dietro con una barra di metallo e ora il tuo cervello sarebbe potuto essere schizzato sulla strada.”
Shion si afferrò la testa di riflesso. Inukashi si piegò in avanti, ridacchiando a cuor leggero.
“Ho sentito dire che hai un cervello che funziona piuttosto bene, ma sarebbe totalmente sprecato se fosse spappolato in terra, ah?”
“Mi stai facendo venire la pelle d’oca.”
Il sorriso svanì dal volto di Inukashi. Guardò Shion con un’espressione dura.
“Nessuno sa se ci sarà un domani. Neanche una singola anime qui sa certamente se vivrà abbastanza a lungo per vederlo, Shion.”
Shion diresse lo sguardo verso il cielo, di nuovo.
Sotto quel cielo celeste, si inseguivano vite e morti tragiche. C’erano esistenze strappate via fin troppo facilmente. C’erano persone che dovevano lottare e aggrapparsi alla vita per vedere anche solo una pallida immagine del domani. Ciò che era successo a lui accadeva anche a tutti gli altri. Non c’è nulla che mi dia la garanzia che domani sarò ancora vivo.
Questa è la realtà.
La realtà del mondo in cui vivo.
Non posso distogliere lo sguardo. Non posso chiudere gli occhi o semplicemente far finta di non vedere. Devo affrontare e accettare questa realtà.

“Ehi, ehi, Shion.” Inukashi batté le mani. Il suono riecheggiò con un colpo secco nel cielo terso. “Se hai il tempo per perderti via, datti una mossa. È uno dei tuoi più grandi difetti, eh—scervellarsi troppo su ogni minima cosa. Prima di iniziare a rimuginare su questo o quello, metti in moto il corpo e finisci il lavoro. È cento volte più utile.”
“Un altro dei tuoi insegnamenti, eh, Inukashi?”
“Certo. Sono una miniera d’oro del tipo di saggezza che ti serve per vivere in questo mondo. Ti ho dato dei consigli gratis, dovresti esserne grato.”
“Lo sono. Grazie.”
Inukashi rabbrividì visibilmente. “Shion, ti prego, non essere così schietto nel dire ‘grazie’. Mi fa accapponare la pelle.”
“Ma mi sento davvero riconoscente—” protestò Shion.
“Cavoli, non credo di aver mai incontrato qualcuno così onesto e semplice come te. Non riesco proprio a capire come tu possa vivere con un tipo così imperscrutabile, sfuggente, complicato e contorto come Nezumi. È proprio vero quel che dicono, che gli opposti si attraggono?”
“Inukashi, stai diventando crudele di nuovo. Nezumi non è sfuggente o contorto. So che a volte può essere…complicato, o difficile da comprendere, ma…”
“Idiota! È questo che intendo quando dico che sei un ingenuo. Nezumi è sfuggente tanto quanto tu sei svampito. Dovreste ricevere un premio per questo, ora che ci penso. Ha! Scommetto che se la vediamo da questa prospettiva, voi due siete davvero uguali.”
“Un po’ scortese da parte tua, Inukashi.”
Inukashi si girò di scatto. Spalancò gli occhi e cercò tutt’intorno. Anche Shion si voltò guardandosi in giro, le mani ancora ricoperte di sapone.
Nezumi era lì, in piedi, illuminato dai deboli raggi invernali. I suoi capelli, lunghi fino alle spalle, luccicavano e splendevano al sole. Le sue labbra erano arricciate in modo sardonico, ma l’ilarità gli brillava negli occhi.
“Da quanto tempo sei lì?” Inukashi deglutì rumorosamente.
“Solo da un po’.”
“Cosa intendi con da un po’?”
“Diciamo da quando hai detto che volevi sapere di un certo libro su Come Sterminare i Ratti Schifosi.”
Inukashi sospirò. Si voltò a guardare Shion e fece una smorfia.
“Vedi quello che intendevo, Shion? Questo tizio è sgattaiolato di nascosto dietro di noi e si è assicurato che non ce ne accorgessimo per poter origliare la nostra conversazione. Non puoi fidarti di fare nulla quando hai intorno questo qui.”
“Scortese di nuovo, Inukashi. Non stavo origliando. Non stavate nemmeno parlando di qualcosa che valesse la pena d’essere ascoltato. Eravate fin troppo immersi nella vostra sciocca chiacchierata per accorgervi della mia presenza, tutto qui.”
“Cosa vuoi?” disse bruscamente Inukashi.
“Non ti preoccupare così tanto, Inukashi,” biascicò Nezumi. “Ho solo pensato di fare un salto qui. Non avevo mica intenzione di farmi offrire del tè o addirittura il pranzo, no, niente di tutto questo.”
“Certo che no, cavoli,” disse Inukashi mostrando i denti. “Non ti darei nemmeno un piatto di minestra, se potessi evitarlo. Se vuoi che invece te lo versi in testa, quella è un’altra storia.”
“Oh cielo, guarda come mi odia il ragazzo. Ma non ti preoccupare, non l’accetterei comunque la minestra. Solo Dio sa quello che ci metteresti dentro.”
“Dì quello che vuoi.” Inukashi schioccò la lingua, irritato, e riprese a lavare i cani con ancor più cura. “Ehi, Shion. Non badare a Nezumi. Sono i cani che necessitano delle tue attenzioni. Ne mancano ventuno e li finiremo di lavare entro il tramonto.”
“D’accordo. Ah, Nezumi.”
“Cosa c’è?”
“Potresti aiutarci?”
“Cosa?” chiese Nezumi, incredulo.
“Oggi non lavori, vero?”
“Beh, no, ma…”
“Allora aiutaci. Siamo a corto di forza lavoro qui.”
“Mi stai dicendo di lavare un cane?”
“Sì.”
“No, grazie. Non c’è niente di peggio del sapone scadente, dell’acqua e dei peli di cane, specialmente se sono combinati insieme. Concerebbero le mie mani in un modo che…” Nezumi strinse dolcemente le dita. Quel gesto da solo fu talmente elegante da togliere il respiro.
“Allora voglio che asciughi i cani man mano che io finisco di lavarli,” disse Shion prontamente. “Tira via quanta più acqua possibile dal loro pelo.”
“Come ho già detto, perché mai dovrei avere a che fare con questi bastar—”
“Per favore. Aiutaci.” Shion tese un mucchio di stracci a Nezumi. Nezumi ritrasse il mento per il disgusto.
“Ehi, Shion—”
“Questo è il primo cane. Asciugalo bene dappertutto. Ma fai veloce. È un cane vecchio, quindi se lo lasci bagnato per troppo tempo, potrebbe ammalarsi. Stai attento. Dai, ragazzone, anche te devi chiederglielo gentilmente,” aggiunse rivolto al cane.
Il cane maculato scosse la pelliccia energicamente accanto ai piedi di Nezumi. Gocce d’acqua volarono in tutte le direzioni.
“Ehi—smettila! Stai infradiciando me,” si lamentò Nezumi.
“Allora asciugalo. Forza.”
“Cavoli, perché devo prendermi cura io dei cani…”
Nonostante ciò, Nezumi iniziò a sfregare il cane con uno straccio.
“Nezumi, non devi strofinarlo in quel modo. Devi avvolgerlo delicatamente e lasciare che il tessuto si imbeva dell’umidità. So che quello straccio è praticamente a brandelli, ma assorbe bene l’acqua.”
“Stai zitto. So come asciugare un cane senza che me lo venga a dire tu.”
“Vedi, al cane non piace in quel modo. Sei troppo brusco.”
“Quello lo so. Dio, sei mia madre o cosa?”
Inukashi incurvò le spalle e ridacchiò.
“Ragazzi, siete esilaranti come al solito. Il modo in cui continuate con il botta e risposta è un classico. Sapete, probabilmente potreste partecipare ad uno spettacolo comico. Eh, Eve? Magari sei più adatto alle commedie invece di fare il cantante sul palcoscenico.”
Appena Nezumi aprì la bocca per replicare, Rikiga sbucò da dietro le rovine. Aveva la faccia completamente rossa.
“Dio santo, puzzi di liquore,” si lamentò ad alta voce Inukashi. “Sei già in Modalità Ubriacone, vecchio? È ancora mattina.” Gli pizzicò il naso.
“Ha ha, nessun problema. Come si dice in giro, Dio è nel suo paradiso e tutto va bene nel mondo. Un brindisi a ‘sta pacifica mattinata! Oh, ‘giorno anch’a te, Shion. Come va?”
“Buon giorno, Rikiga-san. Mi sembri di buon umore.”
“Il solo vederti mi mette di buon umore, sai. Whoa—Eve, che ci fai te qua?”
“Non è che ci voglia stare, eh.”
“Sono venuto solamente per vedere la faccia di Shion—” farfugliò Rikiga, “perché devo vedere anch’te o ‘l Ragazzo Cane? È assssolutamente spiacevole—”
“Chiudi il becco,” sbottò Inukashi. “Questo è il mio hotel. Ci sei venuto da solo qui, non hai diritto di lamentarti.”
Rikiga ignorò completamente Inukashi.
“Shion, t’ho portato qualcosa di davvero buono. Mangialo per pranzo. Ecco, tieni!”
Rikiga gli porse una borsa di carta. Shion sbirciò al suo interno e fece un piccolo urlo.
“Whoa, muffin!”
“Muffin?” Inukashi gli rubò dalle mani la borsa. “Whoa, grande! Quindi questi sono dei muffin, eh? Non li avevo mai visti prima. Hanno un odore fantastico.” Il suo naso abbronzato annusava avidamente.
Nezumi diede un breve fischio d’approvazione.
“Dove ne hai fregati così tanti, vecchio?”
“Idiota, il Favoloso Signor Rikiga non ruberebbe mai. Non sono come te. Qualcuno me li ha dati. He he,” ridacchiò, orgoglioso. “’Sti muffin vengono da No.6. Uno dei miei clienti me li ha regalati. ‘llora, come li preferisci? Vengono da un panificio che è famoso appunto per i suoi muffin. Ha, vedi? Anche se sono ‘ui nel West Block, riesco ‘ncora a mettere le mani sui muffin di No.6. Piuttosto figo, no? He he.”
“Cosa, quindi sei venuto qui per vantarti? Dammi tregua. Non pensavo che fossi così patetico, vecchio Rikiga.”
“Ah, quindi adesso il Ragazzo-Cane pensa di poter fare l’impertinente?” ribatté indignato Rikiga.
“Rikiga-san, hai del tempo adesso?” si intromise Shion.
“Uh? Io? Beh, sono un uomo d’affari di successo. La gente come me non deve sgobbare tutta la giornata come la gente povera.”
“Allora sono sicuro che puoi aiutarci a lavare i cani.”
“Ah? Lavare i cani? Aspetta un attimo, Shion. Sono passato di qui solo per darti i muffin, e—”
“Per favore, se potessi versare l’acqua sui cani con questo secchio… lentamente e in modo uniforme.”
“No, quello che sto dicendo, Shion—”
“Sei di grande aiuto. Ora dovremmo riuscire a finire entro stasera.”
“Sì, ma Shion, non ho mai detto che avrei—”
“Arrenditi, vecchio.” Nezumi sorrise un poco. “Fa’ come ti dice e facciamola finita.”
Poi si voltò verso Shion e tirò su il pollice.
“Sei diventato spaventosamente bravo a far fare alla gente quello che vuoi, Shion.”
“Beh, mi hai allenato tu, quindi…”
Rikiga sferzò l’aria con un singolo sospiro. Poi, borbottando qualcosa a bassa voce, sollevò il secchio.
Il sole aveva iniziato a sprofondare e l’oscurità aveva cominciato a depositarsi sul West Block nel momento in cui finirono di lavare i cani.
“Bel lavoro, tutti quanti. Stanotte, vi offrirò una zuppa e qualcosa da bere, in via speciale. Prego.” Inukashi, con le mani sui fianchi, fissò i tre seduti sul terreno.
“Starai scherzando!” brontolò Rikiga. “Ci hai distrutti facendoci lavorare senza nemmeno una pausa per il pranzo. Dammi i miei muffin.” Rikiga agitò un pugno nell’aria.
“Quindi, come ho già detto, vi offrirò del cibo ora. Zuppa e bevande.”
“Intendi dell’acqua, vero?” disse Rikiga, amaramente. Nezumi sorrise sarcasticamente.
“Acqua, opportunamente bollita,” aggiunse. “Sarà ancora calda. Forza, ragazzi, diamoci dentro. È un banchetto.”
Due muffin per uno, acqua calda nelle tazze e una zuppa leggera, insaporita col sale. Nel West Block finiva decisamente sotto la categoria di un banchetto.
Questo sapore—
Il cuore di Shion martellò rumorosamente mentre prendeva un morso del muffin.
Aveva lo stesso sapore di quello della panetteria di sua madre. Sapevano dei muffin di Karan.
Può essere che—
Dove li hai—?

Shion si rimangiò le parole per un momento, esitando nel porre la domanda a Rikiga.
C’era un muro tra lui e sua madre.
Ora come ora, si trattava di un muro che non poteva nemmeno pensare di scavalcare.
Non poteva fare una domanda se sapeva che la risposta gli avrebbe fatto tutt’altro che bene.
Il suo sguardo incontrò quello di Nezumi.
Hai ragione, Nezumi.
È così, Shion. Resta in silenzio, non perché hai perso le speranze, ma perché hai preso una decisione. Devi farti carico del peso di questo silenzio.
Lo so.
Davvero? Magari credi solo di saperlo.
Lo sguardo di Nezumi lo trapassò. Quegli occhi grigi davano a Shion l’impressione che sapessero ogni cosa. Si chiese perché ogni volta che sosteneva il suo sguardo, sentiva un brivido di beatitudine piuttosto che di dolore.
“Ah, ma devo proprio dirlo, non c’è nulla di meglio di un pasto dopo una giornata di duro lavoro.” Rikiga sbadigliò rumorosamente.
“D’ora in poi, dovresti giurare di dedicarti più spesso a del sano ed onesto lavoro, vecchio.”
“He, non voglio sentire la parola ‘onesto’ venir fuori proprio dalla tua bocca.”
Ascoltando solo con un orecchio il battibecco tra Inukashi e Rikiga, Shion si portò il muffin alla bocca. Alte nel cielo, le stelle iniziavano a brillare.



Note:
1. Nezumi in giapponese significa 'ratto' o 'sorcio', non i topini piccoli e carini (?), per intenderci. Quindi qui Inukashi, con un gioco di parole, lascia capire che vorrebbe sbarazzarsi di Nezumi come se si trattasse di una disinfestazione di ratti.

1 commento:

  1. Grazie per il tuo splendido lavoro di traduzione, grazie per avermi portato ancora una volta nel West Block da Shion e dal "mio" amato Nezumi. Sembra di sentire le loro voci, specie quella splendida (la cosa che più ho apprezzato dell'anime) di Nezumi.
    Vado a leggere il seguito.
    Buona Vita a TE.

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