Current Mood: bleh
Listening to: Daisuki Nano Ni - Kylee
Buonasera, non aggiorno da un secolo, help.
Ho avuto da fare, tra Evangelion, il test d'ammissione, litigi con fratelli scemi, balle varie e uscite forzate con gli amici (orz) non ho avuto molto tempo libero. O meglio, l'ho avuto, ma ero sempre stanca/stressata, sicuramente non in grado di tradurre in modo decente.
Anche adesso in realtà sono di frettissima, quindi dico altre due cose e poi scappo.
Prima di tutto, con quest'aggiornamento si conclude il capitolo tre di Beyond e, wow, poi manca solo l'ultimo capitolo, quello forse più atteso (= quello con Nezumi).
Però a me è piaciuto molto anche questo capitolo, con il terribilmente dolce Shion. Questa seconda parte poi è A+, adoro Shion e non ci posso fare niente, è troppo sveglio quel ragazzo (ok, a volte, non sempre).
E tutta questa nostalgia per Nezumi che si porta dentro mi distrugge. /piange in un angolino.
Btw, a fine pagina non ci sarà la consueta immagine ma una sorpresina. Il 7/09, infatti, è stato il compleanno di Shion, ma, cosa ancora più importante, era il 7 Settembre 2013, ossia, secondo la novel, la data in cui Nezumi entrò in casa di Shion dalla famosa finestra. Esatto, è il giorno in cui avvenne il fatale incontro tra i nostri due bimbi belli e non sapete quanto ho sclerato e sofferto (in senso buono, diciamo ?? ?? ?) guardando AMV su di loro fino ad addormentarmi.
Ma ora basta, vi lascio, buona lettura.
Capitolo 3 - parte 1
Nezumi, te ne sei andato? Proprio come hai fatto quattro anni fa?
Quattro anni prima, la mattina dopo quel temporale,
Nezumi era scomparso dal fianco di Shion. Era scomparso del tutto, come se
quello accaduto la notte precedente fosse stata un’illusione.
Allora, si erano appena conosciuti. Sapevano a malapena
qualcosa l’uno dell’altro—nemmeno una singola cosa sul passato che stavano
portando sulle spalle, sul futuro che li aspettava e sulle emozioni che
dimoravano nelle loro anime.
Ma ora era diverso.
Sì, c’erano cose che ancora non riuscivano a comprendere
del tutto, cose che ancora non capivano l’uno dell’altro. C’era una voragine
tra lui e Nezumi che non avrebbe mai potuto riempire, non importava quanto ci
avrebbe provato.
Lo so. Lo so. Lo
so. Lo sapevamo benissimo, eppure abbiamo comunque vissuto insieme. Non nel
passato, né nel futuro, ma nel presente. Abbiamo vissuto il presente insieme.
Ma ora te ne vai di
nuovo senza una parola?
I pensieri di Shion arrivarono fino a quel punto prima
che scuotesse la testa con forza.
Certo che no.
Abbiamo passato
così tanto tempo e affrontato l’inferno insieme. Non svanirebbe senza una
parola. Non è così che funziona il nostro rapporto. E oltretutto, sarebbe
rischioso per lui muoversi con una ferita così seria. Non riesco ad immaginarmi
un Nezumi così sconsiderato.
Gli arrivò il profumo dell’aroma di caffè e pane. Era
l’odore del risveglio.
Shion aprì la porta che portava al salotto.
“Oh, finalmente il principe si è svegliato?” Nezumi stava
sorridendo con una tazza di caffè in mano. “Non potrei dire lo stesso di te, ma
io mi sono svegliato non molto tempo fa.”
Shion inghiottì un sospiro di sollievo e con un grande
sforzo mise su un’espressione calma.
“Nezumi. Come ti senti?”
“Non potrei stare meglio di così. O almeno, questo è
quello che vorrei dire. Diciamo che ne sto pagando il prezzo. Tu?”
“Non potrei stare meglio di così.”
Nezumi fece girare la tazza tra le mani.
“A tuo agio adesso che sei sotto il tetto di casa tua,
eh? Ma è una cosa positiva che tu abbia abbastanza energie per comportarti da
duro. Potrei suggeriti però di farti una doccia e di cambiarti prima di
iniziare a provare a fare il furbo? Credo che persino King Lear1 mentre
vagava tra la natura selvaggia fosse conciato un po’ meglio di te.”
Shion si diede un’occhiata nello specchio appeso al muro.
La faccia e i capelli erano coperti da tracce di sangue, terra e sudore
seccati. La camicia era strappata in diversi punti e la manica destra sembrava
stesse per staccarsi da un momento all’altro.
Ha ragione. Credo
che nemmeno King Lear al culmine della sua pazzia saprebbe ridursi così.
Sentì lo strano impulso di dover ridere.
“Quindi, sua Maestà, si farà un bagno prima? O devo
prepararLe una tazza di questo ottimo caffè?”
“Che onore incredibile sarebbe poter bere del caffè
preparato da te.”
“Tua mamma mi ha appena offerto del pane delizioso—il
migliore in assoluto, devo ammetterlo—ed era talmente buono che la lingua
sembrava mi si stesse per sciogliere. Credo che versarti una tazza di caffè sia
un servigio minimo se paragonato a questo.”
“Oh—mia mamma…”
“Tua mamma si sta affaccendando al negozio da
stamattina.” Nezumi indicò una parete muovendo il mento. Shion riuscì a sentire
un brusio sommesso provenire oltre il muro sottile.
“Eh? Ha aperto il negozio?”
“Sembra proprio di sì. Dice che l’unica cosa che sa fare
è il pane, quindi ha intenzione di continuare a fare quello che può. Anche in
questo caos, il forno è acceso e i panini stanno comunque cuocendo. Ha detto che
stasera mi preparerà delle cravatte.”
“Capisco…Sì, è proprio da lei.”
Nezumi appoggiò la tazza sul tavolo e i suoi occhi si posarono
sulla parete bianca. Non c’era più alcun sorriso ad allietare le sue labbra.
Sembrava che il suo sguardo trapassasse il muro, fissandosi su Karan che si
dava da fare dall’altra parte. Dell’oscurità indugiò nelle profondità dei suoi
occhi.
“Tua madre è una donna incredibile,” disse Nezumi. La sua
voce era talmente bassa che sembrava un sussurro, ma c’era decisamente una nota
di soggezione in essa. “Come la Madre Onnipotente2. Non pensavo che
potesse esistere qualcuno come lei a No.6, eppure—e ha vissuto qui come una
semplice cittadina.”
“…Già.”
Una persona non può essere dipinta con un solo dolore,
non importavano le circostanze. Poteva essere di un colore in un dato periodo,
ma un giorno sarebbe tornata del suo colore originale e avrebbe provato a
vivere per sempre fedele a se stessa. Avrebbe cercato di estrarre sempre più
colori nel mondo.
Certamente, quella era la speranza stessa.
Quanto ci si poteva fidare dei giorni che gli si sarebbero
presentati in futuro, quanto delle persone e della speranza? Alla fine, questo
quesito si sarebbe presentato a Shion stesso. Sapeva che anche Nezumi avrebbe
dovuto rispondere a quella stessa domanda.
Nezumi, potremo mai
fidarci completamente delle altre persone? Senza odiare, né provare sconforto,
né disprezzare, solo avere fiducia?
Ci riusciremo mai?
L’aroma del caffè riempì l’aria.
“Ma prima, hai bisogno di fare uno splendido brunch con
il miglior pane e il miglior caffè. Almeno, prenditi una giornata per riposare
e non pensare a nulla. Il coraggioso modo di vivere di tua mamma è troppo pesante
per poter essere sostenuto da noi giovani, credo.”
“Sei piuttosto modesto.”
“Qui sono in territorio ‘straniero’. Tengo a freno la
lingua,” disse Nezumi con leggerezza. “E a dir la verità, sono un po’ stanco.
Non ho alcuna obiezione nel dormire, mangiare del buon pane e tornare a dormire
di nuovo. È come se fossi in vacanza.”
“E potrai mangiare delle cravatte stasera.”
“Esatto, anche quello.” Nezumi schioccò le dita. “Non ho
mai avuto il piacere di contemplare dei pasticcini a forma di cravatta. E per
di più creati dalle mani di tua madre. Devono essere deliziosi.”
“Quando li assaggerai, sarai alla loro mercé. Verranno a
tormentarti nei tuoi sogni ogni notte.”
“Immagino che sarà come Hansel e Gretel quando hanno
scoperto la casa fatta di dolci. È una di quelle cose in cui ‘piacere e
problemi vanno a braccetto’.”
“È un proverbio di qualcuno?”
“Me lo sono appena inventato. E ti conviene ricordarlo:
illuminerà il cammino del tuo destino.”
Posò una tazza di caffè di fronte a lui.
“Bevi. L’ho fatto forte ma con molto latte, come piace a
sua Maestà.”
“Cosa? Non abbiamo mai preso un caffè insieme prima
d’ora. Come fai a sapere come lo preferisco?”
“Lo so e basta. Te l’ho già detto—sei irrimediabilmente
facile da leggere e nonostante questo sei anche irrimediabilmente difficile da
capire.”
“Potrei dire lo stesso di te.”
“Ma non così difficile come te.”
“Parli proprio te. Dovresti essere l’ultima persona a
chiamarmi ‘difficile’.”
“In che diavolo di modo io sarei ‘difficile’?”
“Ci metterei fino a domani mattina se dovessi elencarti
ogni cosa.”
“Uh,” sbuffò Nezumi. “Ti degnerò della mia presenza fino
a domani mattina, allora, quindi sentiamo tutti i dettagli.”
“Vedi, è di questo che parlo.” Shion prese un sorso di
caffè. Il suo profumo, il suo sapore amaro e la sua dolcezza gli si diffusero
in bocca. Anche i panini sul tavolo erano deliziosi. Come aveva detto Nezumi,
erano talmente buoni che la lingua avrebbe potuto sciogliersi.
Quel sapore gli penetrò in profondità nel corpo e nell’anima.
Era il sapore inconfondibile della cucina di sua madre.
“Prima fai il testardo e sei irascibile come un bambino e
il minuto dopo sei pieno di buon senso e senza un minimo di interesse per qualsiasi
cosa. Continui a cambiare idea e sei in un diverso stato d’animo da un momento
all’altro. Non vedo come qualcuno possa essere più difficile di te.”
“Uh-huh, capisco. Non hai intenzione di indorare la
pillola, vero? Beh, lascia che ti dica una cosa, Shion—”
“Vai avanti. Non hai nulla contro di me.”
Nezumi sogghignò. “Solo gli spudorati continuano a
ribadire quanto loro siano pieni di pudore.”
“Quindi stai dicendo che non credi di avere pudore?”,
ribatté Shion.
“Ehm, beh…non è per dire che io non ho pudore, perché
l’ho sempre avuto…Dannazione, stai diventando più veloce a controbattere.”
Nezumi storse la bocca e strinse gli occhi.
Shion rischiò di scoppiare a ridere allo sguardo torvo ma
comico di Nezumi.
Ogni cosa era meravigliosa—quella conversazione
spensierata, l’atmosfera pacifica, persino i raggi del tramonto che entravano
dalla finestra.
Era stato un momento che era esistito tra la tempesta che
era appena finita e la tempesta che Shion stava per affrontare, come una gemma
preziosa. Un tenero e dolce ricordo che Nezumi gli aveva lasciato.
Nezumi era partito e Shion era rimasto. I loro destini,
prima aggrovigliati e sovrapposti, si erano separati e ora si stavano
allontanando.
Quando si sarebbero incrociati di nuovo?
“Ehi, Shion.” Il volto di Rikiga gli si avvicinò. “Voglio
che tu mi dia una mano.”
“Darti una mano?”
“Vorrei che dessi…beh, un suggerimento a Karan—in modo
discreto, mi raccomando—su quanto io sia un buon partito per un ipotetico matrimonio
con lei.”
“Cosa? Ma, ecco…Non sono sicuro di poter—”
“Sono serio. Voglio chiederle di sposarmi perché sono
certo di poterla rendere felice. Ovviamente, se Karan vuole continuare a
lavorare in panetteria, può farlo finché le piace. Ma certo!” esclamò,
“potremmo rinnovare l’intero luogo. Rendere il negozio più grande, ingrandire la
vetrina. Farlo diventare più alla moda. Sistemeremo anche le camere in cui
abitate e aggiungeremo più stanze.”
“Non credo che sia quello che desidera mia madre. Mi
sembra piuttosto soddisfatta di quello che abbiamo già.”
Rikiga scosse la testa tra le mani.
“Oh, Karan. Che donna virtuosa che sei, così modesta
nelle tue esigenze. È l’incarnazione di una dea.”
“Non so, mi sembra un po’ troppo in carne per essere una
dea,” s’intromise Inukashi. “Ma mamma Karan è bella e decisamente fin troppo
per te, vecchio. E per tua informazione, credo che il problema con il tipo di
donne che frequenti tu sia che loro vogliono troppo. Quando guardano qualcuno, vedono una banconota dove
dovrebbe esserci la faccia. Ad ogni modo, vecchio, mamma Karan ti vede come un
amico. Le punte dei suoi capelli sono un candidato più interessante di te,
nella sua mente. Hah, arrenditi.”
“Non credere che un moccioso come te possa interferire
con le questioni degli adulti.”
“D’accordo, d’accordo. Il Signor Adulto può continuare a sprecare
tutte le energie nei suoi affari senza speranza da adulto. Shion, andiamo ad
aiutare la mamma. Sto morendo di fame.”
“Va bene.”
Sentirono Rikiga emettere un sospiro tormentato dietro di
loro.
La cena fu deliziosa. Tutti mangiarono, parlarono e
risero fino a scoppiare.
Era divertente—molto divertente.
Se Nezumi fosse
qui—il suo cuore aveva tremato nell’incertezza. Se Nezumi fosse stato lì,
si sarebbe seduto di fronte a Shion, si sarebbe complimentato con Karan per la
sua cucina e avrebbe sogghignato con disinvoltura guardando Inukashi e Rikiga
litigare. Avrebbe tenuto la forchetta e il coltello con estrema grazia e
avrebbe reso Karan felice finendo tutto quello che aveva nel piatto.
Nezumi, dove sei?
Cosa stai facendo adesso?
Ormai è un anno che
non ti vedo.
Tre ore più tardi, gli invitati si diressero verso casa
nella notte. Inukashi se ne era andato estremamente felice, con un sacchetto
straripante di panini. Rikiga invece sembrava piuttosto depresso.
“Mamma,” Shion la chiamò mentre metteva in ordine. Karan,
che stava misurando la farina, girò solo la testa per guardare Shion.
“Cosa c’è?”
“Perché hai invitato Inukashi e Rikiga-san oggi?”
“Mh? Ecco… non credo che avessi una ragione specifica. Ho
pensato che sarebbe stato carino avere un po’ di gente per cena, per una volta.
Sei sempre così impegnato ultimamente che non hai nemmeno avuto il tempo di
sederti e goderti un buon pasto.”
“Quindi l’hai fatto perché sei preoccupata per me?”
Karan girò tutto il corpo verso il figlio questa volta e
scosse piano la testa.
“Non è per questo. È solo che—Shion, non l’hai notato?
Non sorridi né ridi più, ormai.”
“Eh?”
“È passato parecchio tempo dall’ultima volta che hai riso
così tanto come hai fatto stasera.”
Shion si toccò le guance. La pelle era irrigidita e in tensione al tocco dei polpastrelli. Karan guardava fissa le dita di
Shion.
“Il lavoro al Comitato di Ristrutturazione dev’essere
duro.”
“Sì. Ma, cioè, noi stiamo
creando un’organizzazione del tutto nuova con funzioni e servizi rinnovati.
Siamo persone che prima occupavano ogni sorta di posizione riunite in un luogo
solo. Non è che non fossi preparato ad affrontare alcune difficoltà.”
“Non vai d’accordo con Yoming e il suo gruppo?” Karan
alzò il volto. Il tono e lo sguardo si fecero più duri, come se volesse sfidare
qualcuno. “Immagino che voi due dobbiate…pensarla in modi molto diversi. Shion,
ti stanno dando dei problemi Yoming e i suoi?”
Shion era senza parole, non sapeva come rispondere.
“Lo sapevo,” disse Karan. “Ho avuto un brutto
presentimento quando ho scoperto che Yoming era stato scelto come membro del
Comitato di Ristrutturazione.”
“Lo conosci bene Yoming, mamma?”
Un’ombra attraversò gli occhi di Karan.
“Pensavo di conoscerlo. È lo zio di Lili, dopotutto, ed
era solito venire in negozio spesso. Mi ha detto che No.6 aveva assassinato sua
moglie e suo figlio. Mi ha insegnato cos’era veramente No.6, quando ancora io
non ne avevo idea. Mi ha aiutata. È una persona molto intelligente, non è
vero?”
“Sì. È sveglio. È stato lui ad organizzare la resistenza.
È lui quello che ha raggruppato tutti quei cittadini che si sono opposti a No.6
e che li ha organizzati in un gruppo. Le sue azioni sono state una delle cose
che ha azionato il grilletto per la caduta di No.6. È normale che sia stato
scelto come uno dei membri del Comitato.”
“Normale? Sei sicuro? Shion, pensi davvero che Yoming sia
adatto, come individuo, al Comitato di Ristrutturazione? Io… semplicemente non
riesco a convincermi che lo sia.”
“Mamma…”
La finestra sbatacchiò. Sembrava che il vento fuori si
stesse alzando. Avrebbe spazzato via le nuvole e avrebbe messo fine alla
pioggia.
Probabilmente il giorno seguente un cielo blu intenso si
sarebbe aperto su di loro.
“Ha odiato No.6 con una veemenza sfrenata,” continuò
Karan. “E per buone ragioni, certo. Gli ha portato via ciò che aveva di più
prezioso, la famiglia. Non era accecato come il resto di noi. Lui vedeva No.6
per com’era veramente, proprio grazie a quell’odio. E tutto questo mente viveva
ancora all’interno della città.”
Karan fece scorrere la mano sul sacco di farina dietro di
lei.
“L’odio era la sua energia vitale ed è stato efficace per
la distruzione di No.6. Ma…ma quell’energia non creerà niente di nuovo. Ecco
ciò che penso, Shion.”
C’era una nota disperata nella voce di sua madre che gli
provocò un fitta al cuore.
Era necessario lasciarsi alle spalle l’odio o superarlo,
per creare qualcosa di nuovo. Il disprezzo non sarebbe mai potuto diventare una
forza per la rinascita.
“Appena prima che il caos scoppiasse a No.6 a causa di
quella strana malattia…quando cominciammo a vedere chiari segni che la
distruzione stava iniziando…lui è venuto da me e abbiamo avuto una lunga
chiacchierata. E mi ha detto ‘Ho perso fiducia in te’.”
“Yoming-san ti ha detto che aveva perso fiducia in te,
mamma?”
“Sì. Shion, ci sono molte cose che non conosco o che non
riesco a capire. Non ho mai voluto
sapere o capire. E questa è certamente una cosa di cui vergognarsi. Se solo noi
adulti fossimo stati un po’ più intelligenti, forse avremmo potuto salvare
anche Safu.”
“Mamma, torniamo a parlare di Yoming-san,” disse Shion
con un tono più risoluto come per dare un taglio alle parole di lutto della
madre. I suoi pensieri e i suoi sentimenti per Safu erano come una palude senza
fondo. Non importava quando si pentisse o si scusasse, non avrebbe mai trovato
pace. Non importava quante decine di migliaia di parole avesse impilato l’una
sull’altra, non importava quando continuasse a pregare, non sarebbe mai stato
perdonato. Quindi, almeno, non avrebbe mai dimenticato.
Avrebbe ricordato Safu e il desiderio che lei gli aveva trasmesso
fino al momento del suo ultimo respiro.
Karan sbatté le palpebre e annuì lentamente.
“Sì, perse tutta la fiducia che aveva in me perché io non
ero pienamente d’accordo con lui. Stava cercando di diventare un eroe, un eroe
che avrebbe ribaltato uno stato dittatoriale. Non so, non era per vendetta o
per la rabbia di essere stati oppressi per tutto questo tempo… mi sembrava che
fosse spinto da una sorta di—brama?—di diventare un eroe il cui nome sarebbe
passato alla storia. Yoming diceva che alcune vittime sarebbero state
inevitabili in un mondo che stava cambiando. Scartava tutte le persone ferite e
morenti e diceva che non ci si poteva fare nulla. Per lui, se mille persone
fossero morte per salvarne dieci mila, le loro vite non sarebbero state perse
invano—ma non c’è qualcosa di profondamente sbagliato in tutto questo? C’è
qualcosa di ingiusto nel convertire vite umane in numeri. E penso che sia
sbagliato per un eroe ergersi su un piedistallo costruito con un sacrificio
umano.”
“…Sì.”
“Shion, riuscirai ad opporti a Yoming?”
Oppormi? Yoming-san
è qualcuno contro cui dovrei lottare? È un nemico?
Il gruppo di Yoming continuava ad asserire che il
Comitato di Ristrutturazione stabilito temporaneamente avrebbe dovuto
dissolversi e un’organizzazione del tutto nuova avrebbe dovuto essere creata al
suo posto. Era chiaro che se l’avessero avuta vinta, la posizione principale
del nuovo Comitato l’avrebbero assunta i membri del gruppo di Yoming. Sarebbe
stato un allontanamento di enormi proporzioni dai principi del Comitato,
fondato sull’idea che il Comitato stesso dovesse essere un luogo in cui i
membri di strati sociali e affiliazioni diverse avrebbero potuto scambiarsi
opinioni liberamente. Ma ora, si era arrivati al punto in cui Yoming e il suo
gruppo avevano smesso di ascoltare tutte le obiezioni e le opinioni del gruppo
di Shion, ossia la minoranza.
Dobbiamo fare
qualcosa. Devo fare qualcosa.
No.6 era già stato un esempio fin troppo chiaro di quello
che era destinato a succedere quando la giustizia passava nelle mani di pochi e
gli altri ne erano banditi. La ferita subita era ancora fresca, ancora
pulsante; perché il gruppo di Yoming stava cercando di ripercorrere la stessa
strada?
Devo fare qualcosa—
“Shion, sei diventato così magro.” Lo sguardo di Karan e
il suo tono diventarono quelli di una madre. Era un assaggio dell’amore di una
madre, lo sciocco, fiero, puro ed egoistico amore che si preoccupa solo del
bene del proprio bambino e prega solo per la sua felicità.
“Dovresti venire via dal Comitato di Ristrutturazione se
è un peso così grande per te. Ci sono un sacco di altri modi per guadagnarsi da
vivere. L’hai detto tu stesso una volta che vorresti un lavoro che abbia a che
fare con i bambini. Perché non ne cerchi uno?”
“No…” Shion scosse la testa lentamente. “Ho ancora delle
cose da fare.”
“Ma…”
“Mamma, lui mi ha detto di non scappare. Devo restare qui
perché ho un lavoro da portare a termine. Mi ha detto di non voltarmi più. Non
voglio andare contro quelle parole.”
Karan non chiese a chi si riferisse con quel “lui”. Al contrario, guardò
silenziosamente il figlio.
Il vento divenne ancor più violento. La finestra sbatteva
senza sosta.
Karan si lasciò sfuggire un sospiro pacato.
“Suppongo che la vita sarebbe un po’ meno complicata se
tu fossi capriccioso come tuo padre.”
“Oh,” disse Shion, capendo finalmente. “Quindi è per
questo che all’improvviso hai deciso di parlarmi di papà.”
Era uno dei tanti modi di vivere: non farsi carico di nulla,
gettare via ogni carico problematico, voltare le spalle a tutto.
Tuo padre ha scelto
di vivere così.
Una madre, guardando il proprio figlio lottare con la
realtà, gli aveva detto la verità riguardo al padre.
Ma non posso. Io
non posso vivere come mio padre.
Shion…non scappare.
Le parole di Nezumi
mi danno forza. Nezumi non è mai scappato. Non si è mai nascosto quando doveva
affrontare il destino o la realtà. E io ero lì al suo fianco.
Safu mi ha
tramandato la sua volontà.
Non posso scappare.
Non posso tradirli.
Devo combattere—non
per gli altri, ma per me stesso, in modo da rimanere la persona che sono.
Si abbassò e diede un bacio sulla guancia a sua madre.
“Ora vado a dormire. Buonanotte, mamma.”
Le dita di Karan scompigliarono gentilmente i capelli
bianchi di Shion.
“Buonanotte.”
Le labbra le si curvarono leggermente, come se cercasse
di sforzarsi di sorridere.
Un piccolo topino era raggomitolato sul letto.
“Tsukiyo.”
Alzò la testolina al suono di quella voce e squittì
debolmente. Shion offrì a Tsukiyo alcune briciole di pane e di formaggio,
portandogliele direttamente vicino al nasino. Tsukiyo mosse i baffi due, tre
volte, ma non toccò il cibo.
Quando Shion accarezzò la schiena di Tsukiyo con la punta
di un dito, Tsukiyo chiuse gli occhi, sognante.
Hamlet, Cravat, Tsukiyo. Dei tre topini che aveva Nezumi,
solo Tsukiyo era rimasto con Shion. Era una creatura piccola, ma possedeva
saggezza e intelligenza. Probabilmente era un discendente dei topi selvatici
che avevano vissuto nei luoghi più remoti dei boschi al fianco del Popolo della
Foresta.
Shion l’aveva solamente supposto siccome questi topolini
non erano topi comuni, ma pensava che avessero la stessa aspettativa di vita
degli esseri umani. Ma in quei giorni, Tsukiyo sembrava essere invecchiato e
iniziava a indebolirsi.
L’aspettativa media di un topo era, ovunque, di circa un
anno e mezzo, due. Anche un criceto da compagnia avrebbe vissuto al massimo per
tre anni.
Tsukiyo si stava avvicinando lentamente alla fine.
“Tsukiyo, tieni duro. Devi vivere per vedere il tuo
padrone ritornare a casa.” Shion lo accarezzò delicatamente con la punta del
dito.
Cheep-cheep.
Tsukiyo squittì contento e chiuse gli occhi.
* * *
“Che cos’è?” Rughe profonde si formarono tra le
sopracciglia di Yoming.
Si trovavano al primo piano del quartier generale del
Comitato di Ristrutturazione, il vecchio municipio, un tempo chiamato Moondrop.
Shion e Yoming erano seduti l’uno di fronte all’altro in
una piccola sala riunione. Shion aveva chiamato Yoming lì. Un foglio
elettronico era aperto sul tavolo. Yoming aveva appena lanciato uno sguardo
allo schermo e aveva corrugato le sopracciglia.
“Questa è la prova che hai rubato i fondi della vecchia
No.6.”
“Cosa? Di cosa stai parlando?”
“Sei sempre stato, e lo sei tuttora, incaricato di
manovrare le ingenti risorse provenienti dall’ex-No.6. Ti sei avvantaggiato
della tua posizione per rivendicare molto di quel denaro come tuo. Sto parlando
di appropriamento indebito.”
“Assurdo,” sogghignò Yoming. “Ho da fare. Non ho tempo di
dar corda allo scherzo di un ragazzino.”
“Scherzo? Lo è?” insistette Shion. “Le risorse di No.6
sono rimaste esposte per qualche tempo per il semplice motivo che la gestione
manageriale non funzionava. In quel periodo, un terzo dei fondi è scomparso. Soprattutto
il denaro—circa il sessanta percento è andato perduto.”
“E stai dicendo che è colpa mia?”
“Sì.”
“Non osare. Sì, potrei pur essere incaricato di manovrare
i fondi. Ma davvero ti aspetti che potessi tenere un occhio anche sul denaro
oltre a tutte le altre cose durante quel caos? Non dovrei essere accusato di
essere responsabile di quella sparizione.”
“Il denaro non è stato semplicemente rubato. È stato
contrabbandato, e premeditatamente. Se non era stato pianificato in precedenza,
come spieghi il fatto che il restante quaranta percento è ancora al suo posto?
Dei semplici ladri avrebbero portato via tutto il denaro. E non solo questo, i
soldi si trovavano nella parte più interna dei caveau sotterranei. Non importa
quanta confusione ci fosse, sarebbe stato estremamente difficile portare fuori
diverse tonnellate di lingotti passando inosservati. Anche un gruppo di ladri
professionisti non ci sarebbe riuscita. In realtà, è proprio impossibile.
Yoming-san, lasci che lo ripeta un’altra volta. Il denaro non è stato rubato. È
stato preso clandestinamente ed il tutto è stato organizzato in modo
premeditato.”
“E quindi stai dicendo che il contrabbandiere sono io?”
“Non riesco a pensare a nessun altro.”
Yoming chinò il capo e sorrise debolmente. “Mi stai
chiamando ladro? Che accusa. Se non ti rimangi le parole subito, ti denuncio
per diffamazione.”
“Ti serviva una gran quantità di capitale per espandere e
mantenere il potere sul tuo gruppo. Ecco perché ti sei appropriato dei fondi di
No.6. Era il modo più veloce, più rapido.”
“Stai davvero cercando di accusarmi?”
“Questi dati—” Shion indicò col mento il tavolo. “Sono
una copia del documenti di richiesta e autorizzazione che hai presentato in
nome del Comitato per il noleggio di un jet merci. Entrambi hanno la tua firma.
Il jet è stato usato per un viaggio di andata e ritorno per No.4. E questa—”
Shion sfiorò lo schermo con una mano e nuovi dati
apparvero. Yoming fissò attentamente la serie di numeri senza battere ciglio.
“Questa è una lista dei tuoi attivi personali, forniti
dalla banca di No.4. Piuttosto ingenti, non trovi? Adatti ad un re. Penso che
sia giusto supporre che questi attivi siano stati convertiti tutti da del
denaro contante. Il resto vien da sé. E c’è di più.”
Mosse le dita.
“Queste cifre sono indennità speciali che hai girato ai
membri del tuo gruppo. Ce n’è un bel po’ anche qui. Nemmeno i dirigenti
dell’ex-No.6 ricevevano così tanto.”
“…Noi membri abbiamo messo le nostre vite in prima linea
per lottare contro No.6,” disse Yoming, calmo. “Siamo perfettamente degni di
quelle somme.”
“È una cosa che deve decidere il Comitato, non sei te che
puoi giudicare te stesso. Molte altre persone hanno combattuto mettendo in
gioco le loro vite. Molti non ce l’hanno fatta, Yoming-san.”
Shion si alzò e iniziò ad arrotolare il foglio
elettronico.
“Hai usato a tuo vantaggio fondi pubblici distribuendo
denaro di tua iniziativa e intascando soldi per uso personale. È senza dubbio
tradimento. Hai tradito ogni singolo cittadino.”
La porta si aprì di colpo. Due uomini entrarono nella
stanza. Erano il secondo e il terzo uomo al comando del gruppo di Yoming.
Entrambi avevano circa trentacinque anni e avevano i capelli scuri.
“L’hai combinata grossa, Yoming.”
“Come hai potuto perpetrare delle azioni così malvagie
alle nostre spalle? Vergognati!”
“Alle vostre spalle?” ribatté Yoming. “Ma è ridicolo, voi
tutti sapevate bene che…” il respiro di Yoming si bloccò. Si morse le labbra.
Il colore gli svanì rapidamente dalla faccia.
“Shion, mi hai ingannato.”
Shion mantenne lo sguardo fermo sul volto pallido
dell’uomo e non disse nulla. Non c’era esitazione negli occhi di Shion.
“…Sapevo che eri pericoloso,” disse Yoming in un soffio.
“Ti ho sottovalutato perché sei ancora un ragazzino. È stato un mio errore.”
“Tutti facciamo degli errori, Yoming-san. Ma i tuoi sono
finiti per farti pagare con la vita.” Schioccò le dita. Una porta, che dava
alla stanza confinante, si aprì ed entrarono altri due uomini. Erano talmente
alti che per guardarli in volto bisognava allungare il collo.
“Cosa credi di potermi fare?” disse Yoming
provocatoriamente. “Impiccarmi pubblicamente?”
“Ovviamente no. Sei stato un membro importante per la
caduta di No.6. Non sarò così spietato. A seconda di ciò che deciderà il
Comitato, ti sarà concesso un bonus per le tue imprese e una pensione pubblica
fino alla tua morte. Ma sequestreremo tutto il tuo patrimonio a No.4. Inoltre,
sei ovviamente destituito dalla tua posizione di membro del Comitato di
Ristrutturazione e sarai spogliato di tutte le tue qualifiche. Attueremo limitazioni
per quanto riguarda ciò che potrai fare e il luogo in cui vivrai. Non avrai il
permesso di traslocare dalla residenza assegnatati, indipendentemente da quale
potrà essere il motivo.”
“Se non collaborassi—”
“Allora non potrò garantire la tua incolumità.”
“Heh, quindi praticamente è una prigionia inoffensiva,
apparentemente. Una forma moderna di esilio. Se venissi ucciso con un proiettile
in testa per aver agito senza autorizzazione, nessuno ti darà la colpa. Nessuno
sarà in grado di incolparti.”
I due uomini giganti si mossero, fermandosi dietro
Yoming. Yoming camminò a gran passi verso la porta, cercando di scollarseli di
dosso. Poi si fermò e si voltò.
“Shion, hai il potenziale per essere un leader come
nessun altro. Io stesso, nemmeno il sindaco, potremmo competere. Un giorno,
cercherai di dominare su tutti, cercherai di avere tutto a portata di mano.
Regnerai come un freddo, spietato e estremamente bravo dittatore.”
Una risata—una risata arida risuonò ed echeggiò per la
stanza.
“E quando accadrà, mi chiedo come ti guarderà Karan. Con
che occhi guarderà il proprio figliolo, quel figlio che sarà diventato un
mostro?”
Uno degli uomini posò una mano sulla spalla di Yoming.
Yoming la scacciò via e camminò fuori nel corridoio. La porta si richiuse.
“Non riesce nemmeno ad andarsene senza aver detto prima
un’ultima amara parola.”
“Non capisce quando è ora di finirla.”
Il numero 2 e 3 si guardarono e alzarono le spalle, in
modo comico. Poi, si voltarono simultaneamente verso Shion.
“Shion, anche noi siamo stati fregati. Non avevamo la
minima idea che si stesse riempiendo le tasche con i fondi pubblici.”
“Davvero? Questa lista di dati ha i vostri nomi dentro,
c’è scritto che ingenti somme venivano versate sui vostri conti.”
Shion sorrise serenamente ai due uomini, che avevano
iniziato ad impallidire.
“Ma ho cancellato quella parte. Senza la vostra
cooperazione, non saremmo stati in grado di portare alla luce il crimine di
Yoming. Ve ne sono grato.”
“Quindi siamo…”
“Io stesso non ho nulla da rimproverarvi.” Shion tese
loro una mano. “Per favore, continuate a lavorare sodo per No.6. Dobbiamo unire
tutti le nostre forze per superare le difficoltà. Abbiamo bisogno del vostro
aiuto. Spero accetterete.”
Il colore tornò sulle guance dei due uomini. Afferrarono
la mano di Shion e annuirono entusiasti.
“Ci vediamo alla riunione del pomeriggio, allora,” disse
Shion. “Ho intenzione di riportare quest’incidente in dettaglio. Avrò bisogno
della vostra collaborazione.”
“Sì, testimonieremo. Mostriamo già il massimo rispetto
per la tua rapida reazione e la grande capacità di giudizio in materia. Sei
davvero un leader incredibile per la prossima generazione.”
“È un onore. Ma è un po’ imbarazzante ricevere delle lodi
così impressionanti.”
“Non c’è bisogno di fare il modesto. Non tutti sarebbero
stati in grado preparare dei file così dettagliati per provare la sua
colpevolezza. Anche Yoming non sapeva come controbattere.”
“Ci stava sottovalutando, credo. Pensava che una volta
diventato il capo del Comitato, avrebbe potuto falsificare e riscrivere i dati
come avrebbe voluto. Ecco perché si è impegnato così tanto per cercare di
arrivare alla posizione più alta il prima possibile. La disperazione ha fatto
in modo che lasciasse errori sciocchi a destra e a manca.”
“Ah, capisco. Incredibile.”
“Esatto,” concordò l’altro uomo. “Davvero impressionante.
Ora, credo che ce ne andremo a lavorare. Ci vediamo dopo, allora?”
“Sì.”
I due uomini si voltarono e uscirono. Shion rimase da
solo.
“File dettagliati, eh?” Riaprì la lista e ci posò sopra
una mano. L’immagine sullo schermo tremolò e i numeri e le parole svanirono.
Non esisteva alcun file che mettesse in evidenza quel
crimine. Probabilmente esisteva—ma Shion non aveva avuto né modo né tempo per
entrarne in possesso. Se non esisteva, avrebbe semplicemente dovuto crearlo.
Creare il file che avrebbe lasciato Yoming senza altra possibilità se non
quella di ammettere i suoi misfatti. Non era stato facile, ma non era stato
nemmeno un compito così arduo.
Era andato tutto secondo i suoi piani. Era riuscito a
rimuovere un ostacolo dal suo campo visivo. Avrebbe rimosso, dissipato,
distrutto ogni ostacolo—e poi cosa?
Shion lanciò uno sguardo fuori dalla finestra.
Che cosa sto
facendo?
Creare uno stato
diverso da No.6—uno che è adatto agli uomini.
Istituire un paese
dove nessuno uccide e nessuno viene ucciso.
Ma è davvero
possibile?
La risata beffarda di Yoming gli scoppiò nelle orecchie.
Che cosa mi
succederà?
Toc, toc. Sentì il rumore del vento. No, non era
il vento—qualcuno aveva bussato alla finestra?
Nezumi!
Shion
corse alla finestra e la spalancò. Il vento gli scompigliò la frangia. Non c’era nessuno lì fuori. Era
stata solo una folata di vento. Shion si abbandonò sul pavimento,
accovacciato, coprendosi il viso con le mani.
Nezumi…perché non
torni a casa? Perché non sei qui al mio fianco? Voglio solo guardare nei tuoi
occhi e vedere che io sono io, che posso continuare ad essere me stesso. Sono
la mia unica ancora di salvezza.
Nezumi, voglio
vederti.
Non c’erano lacrime. Un suono gutturale gli scappò dalle
labbra aperte. Era un ringhio di un animale, con una voce che a stento poteva
dire che fosse la sua.
Un allarme squillò. Continuò a suonare. Shion si alzò e
schiacciò il pulsante dell’intercom.
La voce tranquilla di un giovane risuonò nella stanza.
“Capo Shion, potrebbe darmi gli ordini riguardo la bozza
per la nuova politica di No.6 che presenteremo al meeting di oggi?”
“D’accordo. Mi dirigerò alla Sala Conferenza 3
immediatamente.”
“La ringrazio, Capo Shion.”
C’era una nota di eccitazione nella voce del giovane
uomo.
“Sta per succedere, non è vero? Stiamo per disfarci dei
poteri del vecchio ordinamento politico, per farci strada e costruire lo stato
ideale. Finalmente sta per iniziare.”
Shion prese un respiro profondo e disse il nome
dell’uomo.
“Torey, vorrei che pensassi bene a quello che hai appena
detto. Per noi, non c’è una cosa come vecchio e nuovo potere. Noi vogliamo
radunare il sapere di ogni singola persona per progredire, un poco alla volta. Non c’è altro modo.”
“Oh…giusto.
Mi dispiace.”
“Non c’è bisogno che ti scusi, ma—” Dovresti almeno esserne consapevole, Torey. Shion riagganciò
l’intercom e sospirò un’altra volta.
Si voltò per guardare fuori dalla finestra.
Un terso cielo blu si estendeva fino all’orizzonte.
Shion chiuse la finestra e diede le spalle a quella
distesa infinita di azzurro.
-- END OF CHAPTER --
(1) King Lear: è un opera teatrale, una tragedia, scritta da William Shakespeare (lo conoscete tutti, vero? Occhio che vi giudico.) Per maggiori informazioni sulla trama e i personaggi, qui. Ho preferito tenerlo in inglese e non tradurlo con Re Lear perché mi suona tremendamente sbagliato. Ok, non è una motivazione logica, get over it.
(2) Madre Onnipotente: è la traduzione letterale. Qui sinceramente non so cosa intendesse precisamente Nezumi, ma secondo me si riferisce alla Dea della Foresta, considerato il tono con cui prosegue la conversazione. [NdT: Nezumi, tu si che sai fare i complimenti ad una donna *winks*]
Grazie per la traduzione; finalmente un po' di retroscena .
RispondiEliminaL'atmosfera è bella e coinvolgente come sempre, ma a me manca Nezumi; mi sembra di mangiare un'ottima pietanza sciapa.
Grazie pe ril tuo lavoro, non vedo l'ora di leggere il seguito.
Prego e grazie a te per aver letto tutti i capitoli, stasera o al massimo domani sera dovrei aggiornare con la prima parte del capitolo dedicato a Nezumi! ;) FINALMENTE, oserei dire. Perché manca anche a me Nezumi e vorrei tanto che tornasse da Shion...
EliminaComunque davvero, il prossimo sarà un capitolo bellissimo, te lo assicuro (e non è per metterti curiosità, ok, forse sì, più che altro è davvero molto bello e fa morire dal ridere).
Ciao, alla prossima! :)